Truffe via SMS
Ho aggiornato il contenuto della pagina il 6 Marzo 2014
Attenzione, nelle ultime ore si intensificano truffe ai danni di possessori di carte di credito, utilizzando un “finto” servizio di notifica via SMS d’acquisto.
L’SMS ha un testo sempre differente ma tutti notificano un problema durante un acquisto con la propria carta di credito, invitano a chiamare il numero 8xx-xxxxx o 0x-xxxxxxx per ottenere assistenza.
Nel primo caso essendo una numerazione 8xx, il costo che viene addebitato è di circa 15 euro, spesso la telefonata invita ad inserire un codice o il proprio numero di carta di credito, ma inevitabilmente la comunicazione viene fatta cadere e costringe il truffato ad effettuare una seconda telefonata, vedendosi addebitare altri 15 euro.
In altri casi invece chiamando al numero 0x-xxxxx, quindi una normale telefonata urbana, un operatore conferma lui stesso il numero della carta di credito e chiede dati di conferma, come il nome e cognome, la scadenza e i tre numeri posti sul retro della carta.
Poi il finto operatore finge problemi tecnici e invita a richiamare più tardi.
A questo punto si è appena stati vittima di un nuovo fenomeno chiamato vishing (la V iniziale indica truffa via “VOICE”, in italiano VOCE).
Dopo qualche istante arriva un nuovo SMS di notifica acquisto, questa volta purtroppo vero!
Ma come fanno ad avere i nostri dati?
1) Spesso sono SMS inviati a centinaia di utenti a caso, inviare 50.000 SMS con sistemi automatizzati costa poche centinaia di euro e l’invio avviene in pochi secondi.
Poi si attende che qualcuno chiami.
2) boxing: Altro nuovo fenomeno! Vuol dire rubare informazioni dall’estratto conto delle carte di credito nelle cassette della posta.
Spesso c’è il numero completo della carta di credito e il numero SMS del titolare. I dati che mancano per effettuare acquisti, sono: data di scadenza (ma spesso c’è anche questa o è possibile ricavarla dal numero cronologico dell’estratto conto) e le tre cifre sul retro della carta.
Il fenomeno prende nome da box, che vuol dire “cassetta” o “contenitore“, proprio per indicare “cassetta della posta”.
3) trashing: Rubare i dati della carta di credito dalle ricevute che vengono buttate nei cestini appena dopo un acquisto o non ritirate dai bancomat.
Il fenomeno prende il nome da trash, in inglese “spazzatura”, per indicare furto dai cestini della spazzatura.
Sono entrambi filoni del fenomeno già noto denominato Phising (abboccare).
La raccomandazione è non fornire mai i dati personali.
Le banche conoscono alla perfezione questi dati, non li perdono mai, e non è necessario fornirli tutti in caso di truffa!
Non chiamare mai il numero che compare negli avvisi, ma andate sul sito internet della vostra banca o di chi rilascia la carta di credito e utilizzate i recapiti telefonici che trovate sul loro sito web.
Note sulla modalità di scrittura del post
Questo articolo è stato scritto da me, senza alcun aiuto dai sistemi di intelligenza artificiale, quali OpenAI, ChatGPT e simili.