Napoli è una città che offre mille interrogativi, ogni volta che passeggio tra i vicoli della città mi fermo, guardo i “panni” stesi e mi perdo in m
Ho aggiornato il contenuto della pagina il 9 Ottobre 2019
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Napoli è una città che offre mille interrogativi, ogni volta che passeggio tra i vicoli della città mi fermo, guardo i “panni” stesi e mi perdo in mille pensieri:
1) Siamo l’unica città al mondo, che condivide
la propria vita privata con altri. Un cavo d’acciaio che unisce due palazzi, unisce più anime, condivide i problemi, un antico e intramontabile sistema che unisce persone, famiglie e razze e non divide.2) Qualche volta mi fermo a pensare dai “panni” stesi la complicata vita di una madre, riconoscendo i tanti calzini dei figli e la loro diversa età, una tuta da vigile del fuoco, semmai del marito, una tuta rattoppata più volte che mi ricorda le tante rinunce di una madre o di un padre per i propri figli.
3) Ma poi mi chiedo: Hanno costruito prima i palazzi o prima i “panni stesi”?
Qualche altra volta penso che i due palazzi si tengono in equilibrio grazie al cavo.
4) Ma i “panni” a Napoli poi… si “asciuttano” mai?
5) Ma soprattutto, il lenzuolo bianco a pois (a palline blu), a ro’ sa catt (italiano: dove si è permesso di comprarlo)?
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Note sulla modalità di scrittura del post
Questo articolo è stato scritto da me, senza alcun aiuto dai sistemi di intelligenza artificiale, quali OpenAI, ChatGPT e simili.