Not Provided in Google Analytics: La soluzione al 2014
Ho aggiornato il contenuto della pagina il 3 Giugno 2014
Da quando Google ha iniziato la diffusione dei suoi servizi su Google+, ha imposto per tutti la connessione su protocollo https per motivi di sicurezza. Questo protocollo differisce da quello http soprattutto per la crittografia dei dati scambiati tra il browser e i server.
Per tale motivo non è più possibile tracciare ciò che sta facendo un utente su Google quando è utilizzato il protocollo https.
Cosa accade quindi dal 2012
Ormai tantissimi utenti loggati ai servizi di Google, tra cui ad esempio Google+ e Gmail, quando ricercano un termine sul motore di ricerca Google, sono automaticamente reindirizzati sul protocollo: https://www.google.it. Per tale motivo i dati trasmessi tra il browser e i siti web avviene in forma crittografata, quindi non è possibile “catturare” il termine ricercato.
In breve il problema delle chiavi di ricerca “Not provided” sono tutte le visite ricevute sul proprio sito web provenienti da Google, su cui l’utente è però connesso in https.
Il numero di utenti collegati ai servizi Google è in crescita, basta pensare che le parole non rilevate “not provided” è passato dal 10% del 2012 per un sito web al 75% nel 2014. Un numero effettivamente troppo alto, tale da rendere praticamente inutile la funzione “parole” presente in Google Analytics.
La voce “Not provided“, che possiamo rilevare nelle opzioni: Provenienze da Chiavi di ricerca, riporta il numero di ricerche che arrivano in forma crittografata.
Nell’immagine in basso un esempio su un sito che riceve circa 500 visitatori unici giorno. Da notare come le parole “not provided” sono ormai oltre l’80%.
Al momento non c’è una soluzione al problema e sinceramente non vedo una via d’uscita dal punto di vista tecnologico. Penso che Google non abbia alcuna intenzione di risolvere ma di bypassare il problema imponendo i webmaster ad analisi alternative.
La soluzione a: Not Provided in Google Analytics
Esistono due metodi al momento per ricavare le parole utilizzate in base ai link d’ingresso al sito.
- Analisi delle parole tramite lo strumento Web Master Tools
- Analisi dei link in ingresso e delle url che troviamo in Google Analytics
Personalmente utilizzo lo strumento Web Master Tools, mi consente di monitorare allo stesso tempo anche altri parametri, come ad esempio la frequenza delle ricerche. Ha una pecca però questo sistema, i dati sono forniti da Google con un ritardo di circa 2 giorni. E’ quindi una buona soluzione per controllare il traffico organico, ma inadeguato se abbiamo delle campagne in corso.
E voi che soluzioni avete adottato?
Note sulla modalità di scrittura del post
Questo articolo è stato scritto da me, senza alcun aiuto dai sistemi di intelligenza artificiale, quali OpenAI, ChatGPT e simili.